Oggi, iniziamo una serie di guest post, ospitando la Wedding Planner e Wedding Blogger Marianna Addesso di charmeprblog.wordpress.com, che condividerà con noi e con voi il suo punto di vista divertente, ma molto calzante, sul buffet di matrimonio ed alcuni suoi "contro".
Nel mezzo del cammin di
nostro ristorante, mi ritrovai per una tavola imbandita… con la
prossemica totalmente ignorata!
Il buffet al matrimonio ovvero l’undicesima piaga d’Egitto!
Nel mezzo del cammin di
nostro ristorante, mi ritrovai per una tavola imbandita… con la
prossemica totalmente ignorata!
La prossemica, questa sconosciuta...
Un
solo tavolo per un buffet messo lì a soddisfare orde di commensali
affamati (per un assurdo assioma, lo stomaco umano autoproduce un
buco stratosferico quando si trova davanti a un “cuoppo” di
fritti) ed è subito caos. Ma torniamo a me e alla mia personale
esperienza con l’ultimo buffet (che non è il titolo di una triste
canzone di inizio autunno): mi incammino fiduciosa verso la zona
piatti, ne prendo uno e mi accingo a riempirlo… patatrac! Avevo
appena preso tra le mani una tartina quando vengo spintonata e la
tartina caracolla sul tovagliato, ovviamente dalla parte della
salsina. Onde evitare altri spiacevoli incidenti, che mi avrebbero
trasformata da distinta invitata a camionista un tantino meno
distinto, prendo la prima cosa a portata di forchetta e scappo al mio
tavolo. Peccato che abbia “inforchettato” l’unica cosa che odio
nell’intero universo dei fritti: l’oliva all’ascolana. Insomma,
un incubo!
E’ ufficiale: non siamo pronti per il
buffet! Vogliamo essere serviti e riveriti, vogliamo rientrare a
casa, dopo un ricevimento, stanchi e sudaticci e vogliamo contare le
macchie sul vestito, probabilmente causate dal cameriere distratto e
vantarcene come fossero ferite di guerra. Sì, essere invitati a un
matrimonio o a un qualsiasi altro ricevimento che coinvolga parentado
più o meno simpatico, è anche questo… la soddisfazione di avere
ottenuto macchia più grossa. Magari sei lì, in lavanderia (ed è
passato solo un anno da quando hai indossato quell’abito, che ormai
cammina da solo nella cabina armadio) e magari incontri un’altra
disperata, reduce come te di quello stesso evento conviviale e subito
vi ritrovate a confrontare le macchie sui vostri abiti <<Questo
è il sugo del secondo primo… era buono, però!>> Abbiamo
ormai sdoganato i matrimoni gay (God save the Queen!), la confettata,
il photo booth e persino il tableau de mariage, ma sul buffet abbiamo
ancora da lavorare. Da wedding planner ammetto che c’è poco da
“plannizzare” quando si tratta di ‘magnà’. Possiamo
abbattere i tempi morti, fare in modo che la sposa compia il primo
passo verso l’altare in perfetto sincrono con la Marcia, ma ancora
non possiamo garantire che davanti a un buffet tutti mangino tutto e
tutto segua un ordine perfetto. Il tovagliato non sarà immune da
macchie nefaste ancora per tanto, tanto tempo. In fondo, però, anche
questo è il bello. Mettere un po’ di sano ordine organizzativo in
un evento fa solo che bene, ma non siamo mica dei robot. …
altrimenti, poi, il materiale per il filmino da guardare negli anni
avvenire da dove lo prenderemmo? Viva, dunque, il buffet
disorganizzato e le orde di commensali come novelle cavallette pronte
a sfidare la calca per accaparrarsi la tartina più ‘glamourosa’
(e che sarà sicuramente quella più insipida e insapore!).
L’undicesima piaga d’Egitto prende vita lì, davanti a un tavolo
imbandito.